Sono stati pubblicati su Geomorphology, rivista scientifica internazionale edita da Elsevier, i risultati della ricerca che ha portato alla scoperta di un ingente deposito di ghiaccio sepolto a quota 1.800 metri sull’altopiano di Casera Razzo, in Cadore ma sulle Alpi Carniche, non lontano da Sauris.
Il gruppo di ricerca, guidato da Renato R. Colucci del Cnr-Ismar, era composto da ricercatori del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste, dell’Università di Udine, dell’Insubria di Varese e dell’Università di Aberystwyth, in Galles.
Il team, insospettito da alcuni “buchi soffianti aria fredda” nei pressi della fronte del rock glacier, ha effettuato varie campagne di tomografia elettrica, rilievi geomorfologici, rilievi LIDAR e fotogrammetria da elicottero e misure micrometeorologiche.
A partire da una profondità di circa 8 m dalla superficie è stato individuato un corpo di ghiaccio misto a detriti. Attualmente ha un volume di circa 1-1.5 milioni di metri cubi ma si stima che in massima attività il volume doveva essere compreso tra 2.4 e 3.7 milioni di metri cubi.
Quello che si credeva essere solo un rock glacier relitto, ossia senza più alcuna presenza di ghiaccio al suo interno, si è quindi rivelato essere un rock glacier intatto, ossia con ancora ingenti quantità di ghiaccio al suo interno.
La scoperta rivoluziona le indagini effettuate a livello globale ed a larga scala su questi apparati perché dimostra come anche morfologie apparentemente non più attive con al di sopra vegetazione e alberi, come nel caso del rock glacier di casera Razzo, possano preservare grandi quantità di ghiaccio e fungere quindi da importanti reservoir di acqua.
Informazioni editoriali:
Renato R. Colucci, Emanuele Forte, Manja Žebre, Eleonora Maset, Carlotta Zanettini, Mauro Guglielmin (2019), Is that a relict rock glacier? Geomorphology. Vol. 330, pages 177-189 https://doi.org/10.1016/j.geomorph.2019.02.002